Oggi è il gran giorno che potrebbe cambiare la storia degli Stati Uniti d'America. Le elezioni USA terranno banco sulle tv e i giornali di tutto il mondo. Da una parte la democratica Kamala Harris, in vantaggio nei sondaggi sul voto popolare, e dall'altra il repubblicano Donald Trump, che potrebbe avere dalla sua il numero sufficiente di grandi elettori. Ma cosa dicono i bookmaker sulla corsa alla Casa Bianca con le loro quote elezioni Usa 2024? Vediamo quindi la lavagna delle quote vincente elezioni americane.
Tutto si deciderà, come sempre, con gli indecisi. Sembra un paradosso ma è proprio così. Saranno gli elettori non fedeli a stabilire chi sarà il prossimo presidente USA. E in particolare, ci sono alcuni stati che saranno molto più importanti di altri, i cosiddetti Swing States dove tutto è ancora in bilico. I sondaggi danno leggermente avanti Kamala Harris nel complesso ma la candidata democratica è in svantaggio negli stati chiave che assegnano un numero importante di Grandi Elettori. Ecco le quote aggiornate su chi vincerà le elezioni americane 2024 su tre operatori molto conosciuti sul panorama italiano del betting.
Bookmaker | TRUMP | HARRIS | +info |
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1.60 | 2.25 | Visita sito |
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1.65 | 2.25 | Visita sito |
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1.60 | 2.25 | Visita sito |
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1.60 | 2.25 | Visita sito |
Tutti i bookmakers che abbiamo analizzato danno al momento Donald Trump nettamente avanti nelle quote elezioni Usa 2024 nel confronto con Kamala Harris. Il divario maggiore è su Bet365 che propone il successo del tycoon a 1.57 mentre offre la vittoria della candidata democratica a 2.50. Di senso opposto la forbice delle quote di Eurobet: vittoria Trump a 1.55, successo Harris a 2.30.
Bookmaker | TRUMP | HARRIS | +info |
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1.70 | 2.10 | Visita sito |
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1.55 | 2.35 | Visita sito |
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1.45 | 2.40 | Visita sito |
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1.55 | 2.35 | Visita sito |
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1.55 | 2.35 | Visita sito |
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1.57 | 2.50 | Visita sito |
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1.55 | 2.30 | Visita sito |
Dall'annuncio del ritiro di Biden e dell'investitura ufficiale di Kamala Harris le quote vincente elezioni USA hanno subito qualche scossone. Infatti, se all'inizio c'era un po' di scetticismo ecco che ora il gap fra Trump e Harris si è notevolmente assottigliato. Qui proponiamo la situazione delle quote allo scorso 22 luglio, alla mattina del 10 settembre, prima del dibattito tv, al 13 settembre, al 14 ottobre, al 29 ottobre e al 4 novembre, data dell'ultimo rilevamento a un solo giorno dalle elezioni. Si tratta di quote medie ricavate dai primi tre bookmakers in alto nella prima comparazione.
Data rilevamento | TRUMP | HARRIS |
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Quota media al 22 luglio | 1.46 | 3.00 |
Quota media al 10 settembre
intralot
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1.77 | 2.00 |
Quota media al 13 settembre | 1.96 | 1.81 |
Quota media al 14 ottobre | 1.72 | 2.06 |
Quota media al 29 ottobre | 1.52 | 2.45 |
Quota media al 4 novembre | 1.68 | 2.15 |
Quota media al 5 novembre | 1.60 | 2.25 |
Il sistema elettorale americano è piuttosto differente rispetto a quello vigente in Italia. A differenza di quanto accade da noi in cui non c'è una ripartizione per regione, negli Stati Uniti la ripartizione popolare è limitata all'interno del singolo stato. Ogni stato ha un numero di "grandi elettori" che poi selezioneranno il presidente da eleggere in base alle indicazioni del voto popolare. Ci sono alcuni stati che offrono maggiori posti nel Congresso americano rispetto ad altri visto che il sistema elettorale presente in America è un maggioritario assoluto e cioè vale la regola che il voto in più ti consente di prendere tutti i seggi di quello stato. Per capire meglio è bene fare alcuni esempi. Vincere in California significa guadagnare 55 seggi (un quinto del necessario per vincere le presidenziali) mentre la conquista dell'Idaho porta solo 4 grandi elettori. Pertanto, conquistare anche un solo voto in più in California sull'avversario conta maggiormente rispetto a una vittoria schiacciante in Idaho.
Proseguendo con i nostri esempi, va evidenziato che il Texas vale 34 grandi elettori e colui che vince in questo stato vince tutto il pacchetto degli elettori che, dunque, non vengono distribuiti su base proporzionale in ogni stato. Pertanto può capitare che nel computo complessivo dei voti in tutti gli Stati degli USA possa essere avanti un candidato mentre la gara alla conquista dei grandi elettori (che vale l'elezione a presidente degli Stati Uniti) potrebbe averla vinta un altro concorrente. Per provare a far comprendere al meglio quest'ultimo ragionamento proviamo a semplificare con un ultimo esempio il sistema elettorale americano con questa simulazione.
Ipotizziamo che si debba eleggere il presidente di una nazione che ha al suo interno i seguenti stati: A, B, C, D ed E. Gli stati A, B e C hanno una popolazione di 3 milioni di abitanti ciascuno e valgono ognuno 3 grandi elettori; lo stato D è popolato da 5 milioni di abitanti e vale 5 grandi elettori mentre lo Stato E è popolato da 7 milioni di abitanti e vale 7 grandi elettori. Il candidato ROSSO vince negli stati A, B e C conquistando complessivamente 9 grandi elettori (e il consenso totale di oltre 11 milioni di persone distribuiti nei cinque stati) mentre il suo rivale (il candidato VERDE) vince negli altri stati conquistando 12 grandi elettori vincendo nello stato D per un solo decimo di punto (con un totale di 10 milioni di consensi complessivi nei cinque stati). Il candidato VERDE vince le elezioni e diventa il nuovo presidente.
SIMULAZIONE | ROSSO | VERDE |
STATO A (3) | 60% 1,8 milioni di voti |
40% 1,2 milione di voti |
STATO B (3) | 66% 2 milioni di voti |
34% 1 milione di voti |
STATO C (3) | 60% 1,8 milioni di voti |
40% 1,2 milione di voti |
STATO D (5) | 49,9% 2,49 milioni di voti |
50,1% 2,51 milioni di voti |
STATO E (7) | 41,5% 2,9 milioni di voti |
59,5% 4,1 milioni di voti |
Risultato | 9 grandi elettori 11 milioni di voti tot |
12 grandi elettori 10 milioni di voti tot |
Chi vincerà le elezioni negli USA?
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