Roma - Dietro le Quinte ha il piacere di intervistare Andrea Annunziata, artefice del sito Sport di Blog. Il portale offre notizie aggiornate sull'intero panorama sportivo, trattando tanto calcio quanto motori, basket e tennis. Il sito, affiliato all'ulteriore progetto di Andrea Sporthink, unisce passione ad esperienze personali, ricercando nuovi punti di vista per raccontare le notizie. Buona lettura!
Salve Andrea, grazie per aver accettato l'intervista. Come nasce Sport di Blog?
Buongiorno a voi e per prima cosa grazie a voi dello spazio concessomi. Sport di Blog nasce dall'esigenza di comunicare quanto la mia attività fa nel mondo sportivo, sono infatti titolare di Sporthink, studio di sport-marketing e comunicazione. In Italia c'è bisogno di creare una cultura sportiva presente altrove, ma qui ancora da far crescere, ecco perchè nasce sportdiblog.it
Come è strutturato il vostro staff?
La mia attività è una ditta individuale. Dopo 10 anni di lavoro posso dire di conoscere molte persone competenti, di volta in volta se necessario posso coinvolgere vari professionisti. Così facendo posso mantenere alta qualità a prezzi più accessibili rispetto a studi più grandi.
Come reperite le notizie? Quali sono le preferite dai vostri lettori?
Le notizie si basa su esperienze personali, per esempio nell'ambito rugby o nella ricerca dell'uso dei social dei campioni di varie discipline, oppure su letture di giornali sportivi altamente qualificati, spesso uso France Football che è davvero pieno di spunti manageriali, ma anche siti online sono interessanti a questo scopo. I lettori amano leggere cose curiose e sfiziose, per esempio come è nato il logo Adidas, oppure dei propri campioni preferiti, Valentino Rossi in questo è davvero molto amato!
Che ne pensa della situazione dello sport italiano rispetto a quello estero?
Lo sport italiano è in un momento di trasformazione e spero che questo cambiamento non si fermi. Siamo ancora indietro, con troppa politicizzazione e poca meritocrazia, come un po' tutti i contesti italiani, ma l'arrivo di Malagò ha fatto cambiare il vento. Il management e le consulenze non si cambiano nell'arco di una notte, bisogna avere la pazienza e la consapevolezza che l'attesa porterà alla nuova primavera.
Crede che il calcio oscuri la visibilità degli altri sport? Come cambierebbe la situazione?
Siamo certamente "calciocentrici", ma anche con quella che chiamo "sindrome calimero", fa comodo piangersi addosso, evita la responsabilità di fare qualcosa. Come ho detto però, a macchie di leopardo si stanno creando esperienze interessanti in tanti sport dal basket al rugby, alla pallavolo.
Quali crede siano i modelli di riferimento per gli sport più importanti e seguiti?
Credo che erroneamente si guardi ai modelli americani, ma sono economie altamente consumistiche e con campionati senza retrocessioni. Il mio modesto parere è di guardare alle leghe tedesche, sia di calcio che di basket. Puntano molto sulla comunicazione prima ancora che sul resto. Crescendo di fama possono chiedere di più agli sponsor e così prendere più denaro, questo porta ad avere in squadra giocatori più famosi e forti così da attirare più gente a seguire la squadra e a far crescere il merchandising. Strategia completa, lineare e di sicuro impatto.
Vorrei chiudere con un pronostico su un prossimo evento che lei ritiene focale.
Nel 2017 ci saranno gli europei maschili di basket, sono curioso di vedere come sarà la comunicazione. Mi aspetto anche novità dagli europei di volley sia maschili che femminili. Nel tennis Acapulco mi stupì qualche anno fa, e ne parlai nel blog, chissà lo guardo sempre con aspettative...
Intervista a cura di Andrea Di Ceglie