Per la rubrica "Dietro le Quinte", abbiamo avuto il piacere di intervistare Giovanni Mafrici, direttore e ideatore della testata giornalistica "Reggio a Canestro".
La testata, nata nel 2001, si è fatta strada nel mondo dell'online per diventare un vero e proprio punto di aggregazione per tutti gli amanti del basket calabrese.
All'interno si possono trovare news, informazioni, interviste, dirette social e molto altro ancora riguardo tutto ciò che gravita attorno al basket della meravigliosa regione del sud Italia.
Lasciamo ora che le parole di Giovanni ci facciano immergere in questa realtà cestistica meridionale.
Quando e con quale scopo nasce “Reggio a Canestro”?
Era il lontano settembre del 2001, diciannove anni orsono.
Nasce come un punto multimediale d’aggregazione per poi diventare nel 2006 Testata Giornalistica online.
I primi server, il primo dominio ed il primo layout sembrano preistoria e guardandosi indietro viene quasi fuori un pizzico di nostalgia.
Oggi è tutto più “friendly”: Dirette social, fotografie pazzesche, portali velocissimi, tutto in Hd. Il mondo dei media online è cambiato in meglio: per fortuna.
Quel che non dovrà mai mancare però è la passione e la voglia di informare correttamente il lettore che, da anni e anni, legge le nostre pagine digitali.
Come è cresciuta la passione per questo sport?
Nella metà degli anni ’80 seguendo le partite della grande Viola Reggio Calabria nel mitico impianto del Botteghelle accompagnato da mio padre che, a dirla tutta, non perde tutt’ora una partita dalle origini del basket reggino.
Quella Viola Reggio Calabria era la squadra che chiuse, a suon di canestri, il ciclo della Milano di Mc Adoo, D’Antoni e Meneghin. Una storia “mitica” che potrebbe rievocare i miti della letteratura greca proprio nella terra dove furono ritrovati i Bronzi di Riace.
Cinquemila persone pronte a battere mani e piedi sulla struttura. Una vera e propria “bolgia” che fece innamorare me, tanti altri miei coetanei e non solo.
La passione è cresciuta negli anni e non si è mai fermata. Dalle prime “Jordan” alle prime partite minors, dalle infinite partite al campetto alle gare della Viola in Serie A, dalle prime interviste alle telecronache. Probabilmente la mia passione è diventata ancor più profonda considerati i miei viaggi Nba alla ricerca di Manu Ginobili o per vedere dal vivo, seppur con trent’anni di ritardo, il mito Julius Erving.
Che tipo di notizie possiamo trovare all’interno del vostro sito?
Tutto quel che gravita attorno al mondo del basket in salsa calabrese.
Interviste, dirette social, gallery, video delle partite e incontri di formazione (il tutto grazie alla partnership con Fip Calabria), curiosità, risultati e cronache dai campi con la speranza di ritrovare il basket giocato.
Questo tour multimediale avaro di gare giocate ci ha permesso di far rivivere, attraverso foto, video e speciali del passato la grande storia del basket calabrese.
A gennaio si è spenta una delle stelle che più hanno brillato nel mondo del basket, Kobe Bryant. Non tutti sanno che il padre Joe e il campione di NBA hanno lasciato un pezzo di loro nella meravigliosa regione del meridione. Può dirci qualcosa a riguardo?
E’ stato un momento globale d’assoluta tristezza. Non ci sono aggettivi per descrivere l’impatto che ha avuto la sua morte. Reggio Calabria è una terra magica. Vi basti pensare che qui Kobe giocò con la canotta della Scuola di Basket Viola nella stagione 1986-87 seguendo le gesta del padre Joe, che Manu Ginobili ha vissuto le sue prime stagioni in Europa (idem Carlos Delfino), sempre da qui passò un Ben Wallace alle prime armi con la palla a spicchi e chi più ne ha più ne metta.
E’ straordinario ricordare i luoghi del cuore di Kobe in città. La casa dove abitava, la sua Scuola, i campi di allenamento e le partite, la testimonianza del suo allenatore dell’epoca, dei docenti, dei vicini di casa e degli amici. Nel corso degli anni son venute fuori fotografie su fotografie incredibili che testimoniano la passione straordinaria che il piccolo Kobe aveva per questo sport.
Il calcio è da sempre lo sport maggiormente seguito in Italia. Cosa crede che si stia facendo o si possa fare per aumentare invece l’attenzione sul mondo del basket italiano?
Il Calcio è da sempre lo sport nazionale tricolore e, probabilmente, sempre lo sarà. Il Basket vive di alti e bassi e, probabilmente, ha perso svariate occasioni per rafforzare in chiave definitiva il ruolo stabile di secondo sport d’Italia. Basta leggere le pagine dei principali giornali sportivi italiani per capire che, il basket, molto spesso è relegato a semplici trafiletti nelle pagine finali e le dichiarazioni di atleti come Marco Belinelli sull’argomento hanno palesato in maniera chiara e decisa quanto detto.
I media on line, le pagine facebook stanno tentando con coraggio ed entusiasmo a rafforzare l’identità di un basket che soffre tantissimo in termini economici: pochi investimenti, pochi sponsor e tantissime situazioni tribolate, giorno dopo giorno.
Il segreto primario è sempre quello di allargare la base e partire dalle Scuole. Creare dei veri e propri campionati scolastici nelle scuole medie, superiori ed alle università che agiscano parallelamente ai campionati federali.
Dal punto di vista prettamente mediatico è chiaro che, più basket in chiaro verrà proposto all’utente medio più tesserati, appassionati, paganti e sponsor ci saranno.
Personalmente, sono cresciuto all’interno di una generazione che poteva guardare al massimo una partita di basket Nba a settimana sui canali privati e, probabilmente, quella voglia di scoprire e conoscere un nuovo mondo cestistico ha amplificato la mia sete di conoscenza.
The Last Dance è risultata con ampissimo margine la serie a tema sportivo più popolare d’Italia e del mondo. Quale contributo ha dato secondo lei questa serie al mondo del basket?
Uno spot globale per il basket. Se consideriamo che il format “La casa di carta” ha creato proseliti e maschere di Salvador D’Alì in giro per il mondo, mi aspetto che, da queste ore in poi i playground di tutto il mondo possano essere stracolmi di atleti o aspiranti tali con la maglia numero ventitrè addosso.
Non vedo l’ora che possano finalmente esser prodotti medesimi contenuti riguardanti Magic Johnson e Kobe Bryant.
Una piccola chicca: David Vaughn, atleta marginale di quel gruppo allenato da Phil Jackson e successivamente scambiato da quei Bulls nella stagione ’97-’98 giocò successivamente, pur sempre “comparsando” alla Viola Reggio Calabria, alla faccia dei corsi e ricorsi storici.
Per rimanere sempre in tema “Calabria”, ricordo ai lettori che, nel 2015 è stato prodotto un documentario sulla storia della Viola Reggio Calabria, dal titolo “Viola contro Tutti” trasmesso da Rai Storia e diretto da un’eccellenza calabrese, Enrico Ventrice da Soverato. Il documentario, un “The Last Dance” in chiave nero-arancio è ispirato dal libro di Giusva Branca “Che anni quegli anni”.
Fu per me un onore assoluto farne parte. Un’emozione unica provare a raccontare, attraverso una telecronaca del passato un canestro di Mark Campanaro, ovvero l’Air Jordan di quei tempi per tutti i miei conterranei.
Per concludere, in un momento di stasi generale per lo sport, quali sono i consigli per tutti coloro che non vogliono mollare la presa e continuare a giocare e ad allenarsi?
Ho apprezzato tantissimo le iniziative federali legate al mondo del minibasket e di tante società pronte a non lasciare mai soli i propri atleti.
Vi sono ancora molti dubbi circa la ripresa dei campionati, basti pensare all'ancora incerta data di ripresa dell'Nba.
L’auspicio però è che questo lungo periodo che ha bloccato i campionati e fatto fermare lo sport intero sia, a breve, un lontano ricordo.
Sogno palazzetti pieni, squadre sane e coscienziose ed un movimento florido anche perché, in fondo, il basket se lo merita.
il gioco è vietato ai minori di anni 18 - può causare dipendenza