Per la Rubrica "Dietro le Quinte", abbiamo intervistato Daniele Bartocci, vincitore indiscusso dell'edizione 2020 di Blog dell'Anno, che vede competere tra i più importanti blog sportivi nazionali.
All'interno del Blog, possiamo trovare riflessioni e commenti, trattati in maniera molto personale e professionale, sul panorama sportivo: dal basket al calciomercato, dai personaggi e dalle curiosità fino agli eventi sportivi a cui egli stesso partecipa.
Lasciamo ora la parola a Daniele per conoscere meglio lui e il blog che, tra 700 concorrenti, si è rivelato il più amato dagli utenti.
Buongiorno! Innanzitutto, chi è Daniele Bartocci?
“Sono un giornalista classe 1989, nato a Jesi (Ancona). In oltre 17 anni di grande passione giornalistica mi sono occupato di argomenti quali cronaca e attualità, ma soprattutto di sport. Laureato in Economia e Commercio (110 e lode), ho lavorato come telecronista, radiocronista e inviato, rivestendo anche l’incarico di responsabile ufficio stampa (Jesina Calcio in serie D, città natale del ct Roberto Mancini) e collaborando negli anni con magazine, settimanali, quotidiani cartacei (es. Corriere Adriatico) e media online. Negli anni ho avuto il piacere di vincere importanti premi giornalistici nazionali e ho all’attivo interventi, seminari e docenze in giornalismo e comunicazione in università e master (Roma, Bologna, Ancona, Macerata). Negli anni ho conseguito anche un Master del Sole 24 Ore sullo Sport Business, Marketing e Comunicazione e partecipato a vari eventi sportivi: tra questi Gran Galà Calcio Aic Milano nel 2018 e nel 2019, Gran Galà Calcio Serie B Top11, Sport Digital Marketing Festival, Olimpiadi del Cuore di Forte dei Marmi e altri.”
Come e quando nasce Il Blog di Daniele Bartocci?
“Nasce nel 2013, nell’anno in cui mi sono laureato. Inizialmente l’intento, se così possiamo definirlo, era quello di creare una vetrina per “differenziarmi” in un’ottica di curriculum, inserendo competenze, passioni, reportage, idee, progetti realizzati in facoltà e altro. […] Negli anni, per una questione passionale pura, ho cercato di migliorarlo e curarlo inserendo aneddoti di vita e di sport, spunti di riflessione, commenti, analisi, testimonianze personali e interviste riguardo al panorama sportivo”
Ci descrivi il team: chi scrive sul blog?
“Attualmente nel mio blog curo in maniera diretta i contributi, cercando ove possibile di sviluppare autonomamente tematiche, aneddoti e curiosità di tipo sportivo. Il mio slogan è “idee e consigli sempre ben accetti”, dunque se c’è un interesse o idea particolare che qualcuno mi chiede di analizzare mi immergo piacevolmente in quella ‘avventura’. Non nascondo di avere idee per migliorare e crescere in futuro, magari anche con il contributo di qualche appassionato.”
Qual è la “mission” dietro il suo blog?
“Quella di avere uno spazio personale in cui affrontare argomenti e curiosità da un “insolito” punto di vista. Sotto un’altra lente di ingrandimento e in maniera costruttiva, parlando magari anche di premi, personaggi ed eventi sportivi a cui partecipo in prima persona.”
Cos’è cambiato nel giornalismo ai giorni d’oggi?
“L’argomento è ampio e complesso. In un momento di emergenza globale il giornalismo sta lottando per risollevarsi da quella che viene spesso definita una vera e propria crisi per tutto il movimento. Devo dire che oggi c’è una più consapevole audience rispetto al passato nonostante crescano le fake news. E il giornalista sotto questo punto di vista, oggi più che mai, deve saper svolgere un’informazione di qualità in maniera oggettiva, qualificata e credibile, senza condizionamenti esterni, ricordando come diceva mio zio Giuseppe Luconi, cittadino benemerito di Jesi, che essere giornalista non è un privilegio ma un servizio da esercitare con umiltà e sacrificio. Essere sinceri con se stessi per poterlo essere con i lettori e avere soprattutto le idee chiare per poter scrivere con chiarezza e farsi capire da tutti.”
Cosa consiglierebbe di fare ai giovani che hanno una passione come lei e vorrebbero realizzare i propri obiettivi?
“Evitate il copia incolla e credete in ciò che fate, realizzando servizi di qualità e cercando di ‘sconfiggere’ il maledetto click-baiting, sviluppando in maniera propositiva ed efficace il proprio credo giornalistico. Con la certezza che senza motivazioni vere non si riesce a svolgere una determinata attività. Dal punto di vista motivazionale ho avuto il piacere di avere mio zio Alberto Santoni primo vice-allenatore italiano di Julio Velasco a Jesi[…]Questo per dire che probabilmente mi è stata trasmesso a pieno ritmo questo concetto a me caro di motivazione, grazie alla quale porto avanti la mia grande passione nei confronti del pianeta giornalistico a 360 gradi. Come dico sempre ‘Se si sta male interiormente ma si trova la giusta motivazione si riesce a stare incredibilmente bene. Se si sta bene bene ma non si ha motivazione incredibilmente si riesce a star molto male’.”
Qual è la filosofia che guida la scelta degli argomenti sportivi trattati nel blog?
“Probabilmente, quella di guardare sempre il bicchiere mezzo pieno, anche nelle situazioni più difficili, in un’ottica per così dire manageriale. O meglio ancora, trattare la disciplina sportiva come tu personalmente vorresti essere trattato ovvero con rispetto, raziocinio e sincerità e senza mai dare ‘irreversibili’ lezioni di stile o esprimere la cosiddetta teoria del ‘finto’ moralismo.”
Cosa rappresenta per lei lo sport?
“Lo sport fa rima con benessere e motivazione. Ho avuto una famiglia che amava lo sport, un nonno che ha vissuto a Bergamo giocando a calcio, uno zio ex giocatore e allenatore di Volley con Julio Velasco in serie A2. Da piccolo ho giocato a basket nelle giovanili della gloriosa Sicc Bpa Jesi (ex squadra di basket di serie A1) che riuscì a lanciare fenomeni come Mason Rocca, Sato, Moss o l’ex Nba Singleton. Lo sport è motivazione, lo sport è speranza ad esempio per le generazioni più fragili. E non solo. Lo sport insomma è tanta roba.”
Il talento di uno sportivo è l’unico elemento per il suo successo o entra in campo anche il sacrificio e il duro allenamento?
“Spesso si sostiene che campioni si nasce, non si diventa. In realtà, a mio avviso l’ingrediente che fa la differenza è la motivazione e il sacrificio. Tra un presunto genio sportivo (o un fenomeno incompreso o apparentemente tale) e uno sconosciuto motivato o spietato motivatore del gruppo, preferisco tutta la vita il secondo.”
Opinione personale: la Top 5 dei migliori sportivi di tutti i tempi.
“Forse è troppo facile fare i soliti nomi, cioè Messi, Maradona, Cristiano Ronaldo, Ronaldo ‘Il Fenomeno’ e altri. Direi Julio Velasco, il numero uno della leadership a mio avviso. Ma anche José Mourinho per la sua capacità nel trasmettere motivazione e carica agonistica, il francese Henry che faceva reparto da solo con l’Arsenal. Poi i rossoneri Maldini e Kakà guidati da un ‘signore’ come Carletto Ancelotti, capace di vincere 2 Champions con Milan tra cui l’indimenticabile notte di Atene a cui partecipai da giovanissimo come tifoso. Aggiungerei per il wrestling HulkHogan ma anche The Undertaker. Il più appassionato dei cantautori? Marco Masini versione viola (Fiorentina). E come non citare anche il mio concittadino Roberto Mancini? Per il basket l’ex Jesi MasonRocca ma anche il capitano e guerriero della storica Sicc “Lupo” Alberto Rossini.”
C’è un personaggio da cui è stato particolarmente ispirato nel suo percorso professionale?
Sicuramente devo tanto a mio zio ex giornalista Giuseppe Luconi, indimenticabile decano dei giornalisti marchigiani e cittadino benemerito di Jesi, corrispondente per anni di Rai, Corriere della Sera e altre testate. […] Devo molto, come accennato, anche a mio zio Alberto Santoni, ancora oggi un grande motivatore ed ex manager bancario. Da lui prendo spunto in molte circostanze, d’altronde essere stato il primo vice-allenatore italiano di Julio Velasco (e allenare atleti come Waldo Kantor) non è una situazione che capita tutti i giorni. Ci sarà anche un motivo, credo[…] Un grazie particolare agli zii Luconi e Santoni e a tutta la mia famiglia che mi ha sostenuto negli anni a livello personale e professionale”.
Chiudiamo con una domanda sulla vittoria di questa edizione 2020 di Blog dell’anno: cosa significa per lei ricevere questo premio? E perché, secondo lei, ha ottenuto così tanti riscontri positivi?
“Credo sia un prestigioso riconoscimento che vada a premiare gli sforzi fatti in questi anni. A mio parere ho cercato sempre di portare avanti questa passione con umiltà, sacrificio e motivazione ma soprattutto rigore e oggettività. Credo che il premio di miglior blog dell’anno sia il coronamento di un’annata per me indimenticabile a livello giornalistico e di informazione, nonostante ci sia questo maledetto Covid-19 che ha stravolto l’esistenza di tutti noi.Tanti premi, non mi sarei mai aspettato tutto ciò. Non resta che ringraziarvi per la felice intervista. Ci vediamo alla cerimonia finale. Grazie ancora.
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